agenzia ufficio stampa giovanni franchi

21

febbraio

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Konsumer Parma contro la “truffa dei diamanti”.

Anche Konsumer Parma, l’Associazione nazionale di difesa del consumatore recentemente insediatasi nella nostra città,  interviene nella questione ormai definita “la truffa dei diamanti” alla ribalta delle cronache giudiziarie in questi giorni.

L’associazione è già intervenuta in diversi casi analoghi a quelli riportati dalla stampa e, al fine di dare una corretta informazione ai consumatori, riassume i termini della vicenda.

Nel recente passato veniva pubblicizzato nei circuiti finanziari come fosse molto più sicuro l’acquisto di diamanti, il cui valore sarà per sempre, piuttosto che investire in azioni o obbligazioni, titoli soggetti non solo alla volatilità del mercato ma anche al rischio di fallimento delle società emittenti (vedi Cirio, Parmalat,Giacomelli ed altre).

Peccato che quelle pietre siano state vendute a prezzi esorbitanti a scapito dei risparmiatori dai principali operatori della vendita IDB e DPI attraverso sportelli bancari di noti istituti di credito. Le multe inflitte dall’Antitrust , confermate dal Tar del Lazio  con sentenze n. 10965,10966,10967,10968,10969 pubblicate il 14 novembre 2018, hanno evidenziato come il pubblicizzato andamento crescente dei valori dei diamanti fosse stato rappresentato in maniera omissiva e ingannevole da parte delle società veditrici le quali fissavano altresì in modo autonomo i prezzi di vendita in modo assai gonfiato.

Il Presidente di Konsumer Parma avvocato Giovanni Franchi ricorda che il Codice del Consumo, in particolare agli artt 2 e 5 preveda che i consumatori siano correttamente informati, con pubblicità corrette ed espresse in modo chiaro e comprensibile in modo da assicurare la completa consapevolezza del consumatore.

Nel caso della vendita dei diamanti non vi è alcun dubbio che le società venditrici, con la complicità delle banche, abbiano posto in essere un sistema di vendita che ha offuscato la possibilità di giudizio e valutazione dei clienti, convincendo questi ad acquistare diamanti a prezzi esorbitanti rispetto al loro effettivo valore.

“Come è noto, una delle società venditrici di pietre preziose più famose la IDB, International Diamond Business,  è stata dichiarata fallita ma le decisioni della magistratura penale hanno individuato la responsabilità anche degli istituti di credito coinvolti, con l’effetto – conclude l’avv Franchi – che il risparmiatore non dovrà preoccuparsi poiché in caso di fallimento della società venditrice egli potrà rivalersi del danno subito nei confronti della banca.”.