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maggio
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Legge3.it al fianco di un padre di famiglia. Il Tribunale di Livorno liquida oltre 115 mila euro di debiti
In Italia, i “lavoratori poveri” sono circa il 12%. Percentuale che sale al 22% considerando i part-time.
Bertollo (Legge3.it): «Pur avendo un impiego, per sostenere spese e imprevisti, è facile sovraindebitarsi. La via d’uscita sostenibile per chi è sempre stato corretto? La legge 3/2012»
Nuova causa vinta da Legge3.it presso il Tribunale di Livorno. Il suo assistito, un militare la cui unica colpa è quella di essersi sempre preso cura della famiglia, è appena uscito da una situazione di sovraindebitamento. Ben 115.845,74 euro di debiti (ora stralciati) contratti non per negligenza ma a causa di un destino spesso avverso. Una condizione, quella del cliente della più grande organizzazione italiana specializzata in procedure con Legge 3/2012, purtroppo comune a centinaia di migliaia di italiani. Per questo è importante sapere che una soluzione, legale e sostenibile, esiste…
«La situazione – spiega Gianmario Bertollo, CEO e fondatore di Legge3.it – è complicata per un numero sempre maggiore di famiglie. La Legge 3 del 2012, soprannominata “salva suicidi”, può rappresentare un importante strumento per chi, senza colpa o dolo, si trovi in una circostanza debitoria non più sostenibile». Attualmente, infatti, a sommarsi a un numero già preoccupante di poveri assoluti, si stanno aggiungendo persone sempre più in forte difficoltà pur avendo un lavoro.
I “lavoratori poveri” in Italia sarebbero attualmente circa il 12%, percentuale che sale fino al 22% se si considerano anche i part-time. 1/4 di loro percepisce (o rischia di percepire in futuro) uno stipendio inferiore ai 12mila euro annui, con la concreta possibilità di finire in una situazione di indigenza visto il costo sempre più elevato della vita. È quanto successo a un militare che, per tornare a respirare, si è avvalso dell’assistenza dei professionisti di Legge3.it, l’unica realtà ad avere il 100% di procedure andate a buon fine nei tribunali di tutta Italia.
Questa la storia: nel 2014, il cliente di Legge3.it, un militare non in servizio permanente (con paga di circa 1.100 € al mese) è costretto ad affittare un appartamento e a chiedere un finanziamento per arredarlo. Il richiedente deve anche sostenere la famiglia d’origine. Il padre ha perso il lavoro e la madre non guadagna abbastanza per mantenere gli altri due figli, ancora studenti. Nel 2015, l’uomo si sposa. Nello stesso anno, la suocera (vedova) viene coinvolta in un incidente e lui contribuisce alle spese sanitarie e al suo mantenimento. Subito dopo, si trova a sostenere l’acquisto di una vettura per i genitori.
Nel 2016 il militare viene trasferito a Portoferraio ed è costretto ad affittare una casa più costosa. Fino a quel momento, l’uomo finanziava le “uscite” con le carte revolving di Findomestic, Agos e Carrefour, le quali, addebitando interessi al limite del tasso soglia usura, hanno aggravato ulteriormente la posizione debitoria. L’uomo deve chiedere un nuovo finanziamento per chiudere le carte revolving e pagare le spese di trasloco e l’arredamento della nuova casa.
Nel 2016, la felicità di un figlio in arrivo ma anche la necessità di un ulteriore finanziamento per le spese legate alla gravidanza. Nel 2019 viene trasferito sull’isola d’Elba. Qui dispone di un alloggio di servizio ma… da ristrutturare e arredare. Chiede quindi la cessione del quinto per estinguere il finanziamento e coprire parzialmente le spese del nuovo trasloco familiare. Il cliente di Legge3.it inizia a soffrire, anche, di importanti problemi gastrici.
Nel 2020, con l’avvento del covid-19, la famiglia d’origine ha ulteriori difficoltà economiche. Lui, ovviamente, l’aiuta. Sebbene il militare abbia sempre onorato tutti i finanziamenti, l’incalzare dei debiti (visti anche gli alti tassi TAN e TAEG applicati dalle banche e finanziarie) lo riducono in una situazione di sovraindebitamento (per un importo di 115.845,74 euro), non superabile se non ricorrendo alla liquidazione del proprio patrimonio.
Il Tribunale di Livorno, applicando la Legge 3 del 2012, ha disposto che l’uomo posso trattenere dal suo attuale stipendio l’importo di 1.400,00 € mensili per il sostentamento familiare. A disposizione dei creditori mette invece a disposizione un bene mobile registrato e una quota dello stipendio pari a 400 € mensili (600 nei mesi di dicembre) per la durata del piano di liquidazione: 4 anni. Ora questo padre di famiglia può ripartire senza più il peso di quel debito che sembrava impossibile da onorare!
«Non si tratta di una legge miracolosa e non offre certo un escamotage a uso e consumo dei “furbetti”. La legge – ci tiene a precisare Gianmario Bertollo – prevede delle soluzioni sostenibili riservate a chi si è sempre comportato correttamente. La cosa più importante da sottolineare è che una volta liberati dai debiti si può riprendere a condurre un’esistenza dignitosa e produttiva per sé e per tutta la società».