Victor Khaireddin - ufficio stampa gruppo irec

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gennaio

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Professionisti: Oltre il 55% delle fatture viene saldata in ritardo, arrivando al 71% in alcuni settori.

Sono 4,6 milioni le partite IVA in Italia, il numero più alto in Europa. In Sicilia, Sardegna e Umbria i ritardi maggiori.

Gruppo IREC: “Gli strumenti messi a disposizione dal Governo non bastano. In più, a causa della crisi, l’84% dei collaboratori o dipendenti con contratti a termine, non ha avuto un rinnovo”

In queste settimane si sta parlando molto delle difficoltà che stanno affrontando le imprese italiane, tra chiusure forzate, limitazioni e ritardi nei pagamenti che innescano poi un ulteriore ritardo a catena nei saldi delle fatture ai fornitori o degli stipendi ai dipendenti.

Ma c’è un’altra categoria che, forse, sta soffrendo la crisi economica in misura anche maggiore: le partite IVA con il triste primato di una fattura su due che non viene pagata. A porre l’accento sulla questione è il Gruppo IREC, leader nella gestione e recupero dei crediti commerciali che ha analizzato la situazione effettuando un sondaggio su oltre 1000 liberi professionisti (dall’architetto al commercialista, dal geometra al grafico, dai consulenti web agli avvocati e così via).

Il dato emerso è che queste categorie hanno chiuso l’ultimo trimestre 2020 con una media di oltre il 55% delle fatture non pagate a scadenza. Questo vuol dire che più di una fattura su 2 non viene incassata correttamente e questo dato, purtroppo, è in peggioramento.

Secondo gli ultimi dati Eurostat, in Italia sono 4,6 milioni le partite IVA, il numero più alto tra tutti gli stati membri dell’Unione Europea, con la Francia e la Spagna che non raggiungono i tre milioni di lavoratori autonomi, e la Germania che ne conta “appena” 3,5 milioni. Se consideriamo che le partite IVA nel nostro paese rappresentano circa il 17,5% dei cittadini di età compresa tra i 20 e i 64 anni, appare evidente come queste contribuiscano in modo considerevole al mantenimento e allo sviluppo economico nazionale, e quanto le loro difficoltà possano avere conseguenze su tutto il tessuto economico.

I settori più colpiti sono la ristorazione, il turismo e il settore alberghiero, dove i ritardi nei pagamenti raggiungono addirittura il 71% delle fatture, con differenze importanti anche tra le Regioni. I ritardi più significativi si registrano in Sicilia (fatture pagate in ritardo 78%, il 31% con ritardo maggiore di 90 giorni), Sardegna (fatture pagate in ritardo 74%, il 29% con ritardo maggiore di 90 giorni) e Umbria (fatture pagate in ritardo 73%, il 26% con ritardo maggiore di 90 giorni).

L’esercito delle partite IVA è composto da professionisti particolarmente produttivi, che generano lavoro anche per altri individui e fanno girare l’economia in modo importante. Eppure, gli aiuti statali offerti a tale categoria sono stati decisamente insufficienti. – Spiega il presidente del Gruppo IREC, Victor KhaireddinMolti di loro hanno spese ingenti da sostenere, costi fissi che non possono essere abbattuti, fornitori, ma anche collaboratori da pagare. Appare, dunque, evidente come il bonus di 600 € sia risultato in molti casi del tutto inadeguato e, purtroppo, anche i nuovi strumenti messi a disposizione non bastano.

Inoltre, interrogando circa 100 consulenti del lavoro che gestiscono contratti di migliaia di lavoratori subordinati o di collaborazione, abbiamo constatato che l’84% di questi non si è visto rinnovare il contratto scaduto nei mesi della pandemia, obbligando un numero considerevole di persone ad attingere agli ammortizzatori sociali. Questa percentuale arriva addirittura al 92% nei tre settori maggiormente colpiti.

Il mancato rinnovo dei contratti ai collaboratori o ai dipendenti, influisce negativamente anche sulle prestazioni dei professionisti che, con meno forze lavoro, devono assumersi maggiori impegni e responsabilità con un conseguente sovraccarico di stress e stanchezza.

I professionisti hanno certamente una struttura più flessibile rispetto ad una grande azienda, ma hanno spesso meno risorse e un minor cash flow, e questo può renderli più vulnerabili sotto certi aspetti. – Prosegue Khaireddin – Ovviamente la preoccupazione e la tensione degli operatori dei settori che stanno soffrendo di più continua a salire, non vedendo nelle azioni portate avanti, una data di conclusione e quindi soprattutto di ripartenza. A questo punto viene da chiedersi, se queste persone non hanno più un introito e gli strumenti introdotti da parte del governo non sono sufficienti, come spesso abbiamo visto fin ora, che misura di sostegno si intende attuare? E, soprattutto, questo esercito di partite iva e dipendenti che attingeranno nei prossimi mesi ad ammortizzatori sociali, creeranno un conto molto importante. Come ha intenzione il governo di rientrare di tali somme? Tassando? Sappiamo che trovare i soldi per aiutare tutti è impossibile, è la vecchia storia della coperta troppo corta che in ogni caso scontenta sempre qualcuno. Tutto questo sta producendo, infatti, un conto enormemente salato che, ovviamente, prima o poi ci verrà presentato”.