ufficio stampa milano exe - andrea polo

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luglio

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Il principale ostacolo alla ripresa non è il covid, ma l’inerzia: la paura blocca quasi 1 imprenditore su 2

Secondo un’indagine di Milano EXE, il 37% degli imprenditori ha deciso di rimandare al 2022 o oltre investimenti e assunzioni, stallo nel reparto commerciale per più di 1 su 3

Cosa frena davvero la ripresa economica in Italia? No, non il covid, ma la paura. Questo è quanto è emerso da una ricerca realizzata su un panel di 530 imprenditori e manager da Milano EXE, azienda con oltre 25 anni di esperienza nel settore del recruiting e selezione di venditori in ambito commerciale, assicurativo e bancario.

Il senso di incertezza e paura verso il futuro ha portato ad una sorta di inerzia imprenditoriale, che ha spinto il 37% degli intervistati a mettere quasi in standby il proprio business, rimandando al 2022 (2023 per il 36% di chi sceglie di aspettare) nuovi investimenti, assunzioni di personale o avvio di nuove collaborazioni. Una decisione che, però, nel 71% dei casi si sta rivelando controproducente, portando in molti casi ad uno stallo economico (49%), quando non addirittura ad una perdita di fatturato (29%).

Oltre 1 imprenditore su 3 (35%) ha bloccato l’afflusso di nuovi capitali al reparto commerciale, una scelta che, però, potrebbe andare a rallentare ulteriormente, o addirittura compromettere, la ripresa economica.

I settori che sembrano essere maggiormente “impauriti” sono quello dei locali notturni, in cui lo stallo imprenditoriale è di quasi 9 imprenditori su 10 (85%), dell’abbigliamento (70%), e della ristorazione (62%), di fatto tra quelli maggiormente colpiti dai vari lockdown. Quelli più dinamici, invece, sono i servizi legati al delivery (nuovi investimenti a +83%) e quello tech (nuovi investimenti a +68%).

In economia, giocare esclusivamente in difesa non è mai una buona scelta. – Spiega Andrea Polo, CEO & Founder di Milano EXEPer risollevare un bilancio in rosso, bisogna vendere di più, e per farlo è necessario creare quelle condizioni tali che consentano l’incontro tra domanda e offerta, proponendo nel modo giusto i propri beni o servizi, facendo nascere il desiderio nel consumatore finale. Questo vuol dire che investire in azioni di marketing o per strutturare un reparto vendite più forte e maggiormente competitivo sono dei presupposti al quale non si può rinunciare, anche (e forse soprattutto) in situazioni di crisi economica e di perdita. Purtroppo, però, la paura sta facendo chiudere a riccio moltissimi imprenditori, portandoli a scegliere di non avviare alcuna azione nel timore di un riscontro negativo. Una scelta che per molti potrebbe rivelarsi un vero e proprio suicidio. Anche se potrà sembrare banale, è bene tenere a mente che vendere di più e l’unico modo per avere un maggior flusso di cassa e riportare una ventata di ottimismo nei libri contabili”.

Una posizione che, a dire il vero, sembra essere confermata anche dai dati dello studio realizzato da Milano EXE. Gli imprenditori che hanno scelto di rafforzare la propria divisione commerciale, magari affidandosi a collaboratori con alle spalle già una solida esperienza, hanno visto migliorare i propri affari, con una ripresa delle vendite di circa il 25% in più in un trimestre (con picchi anche del 50% in alcuni settori) e, di conseguenza, l’ingresso di un maggior flusso economico in azienda.