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giugno

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RifLine: un nuovo ufficio per celebrare un nuovo inizio. Spazio alla socializzazione e più attenzione all’ambiente

La pandemia ha ridisegnato gli uffici, che ora devono rispondere a necessità diverse. L’arch. Caldaroni cambia look all’headquarter di Fiumicino, che, con 40MW di impianto fotovoltaico, diventa energeticamente autonomo

Nuovo look per l’headquarter di Fiumicino di RifLine, azienda italiana leader della logistica presente in 52 diversi paesi, che ha completamente ristrutturato l’edificio rendendolo più idoneo alle nuove dimensioni aziendali e, soprattutto, ai nuovi bisogni portati dalla pandemia.

I lavori sono stati affidati all’architetto Marco Caldaroni, che ha realizzato un progetto che tenesse conto dell’espansione registrata da RifLine negli ultimi anni in termini di mercati serviti e merci trasportate, ma anche che potesse garantire la giusta aerazione e il distanziamento sociale, importantissimi in epoca di covid, e  che fosse in armonia con l’ambiente circostante.

“Partendo dalla zona dell’ingresso – spiega l’architetto Marco Caldaronisi è cercato di puntare tutto sulla rappresentanza, dando a chi entra, sin dall’inizio, un’immagine importante della Società. La scelta dei materiali di rifinitura (marmo e legno) hanno fatto sì che tutto il progetto di riqualificazione puntasse appunto a dare un segno importante dell’azienda”.

L’emergenza sanitaria, caratterizzata da un lungo lockdown, ha travolto la vecchia concezione del “posto di lavoro”. In vista del massiccio ritorno in presenza, dopo la lunga esperienza dello smartworking, stando all’indagine “The Business Evolution” promossa da InvestiRe sgr con il supporto di Pegasus e Cbre, almeno la metà delle aziende intende ridisegnare gli spazi dei propri uffici, creando ambienti di socializzazione e relazione dove promuovere identità e senso di appartenenza.

Un aspetto considerato determinante anche da RifLine, che ha voluto rendere la sede di Fiumicino più spaziosa, funzionale e a “misura di dipendente”. “Gli ambienti di lavoro – conferma l’architetto Caldaroni – sono stati pensati come degli open space su una superficie di 1.200 mq solo di uffici, dove i lavoratori possono facilmente interagire tra di loro, con soluzioni di continuità anche se, in alcuni casi solamente visive, grazie all’utilizzo di pareti vetrate che permettono però di avere una visione a 360 gradi dello spazio in cui ci si trova. Sono state realizzate anche delle aree sociali dove i dipendenti possono recarsi per un relax momentaneo, come la terrazza coperta al 3° piano, dove è anche prevista la realizzazione di una zona cucina, e una terrazza scoperta con affaccio sul Ponte 2 Giugno, con zone di sedute per uso conviviale”.

Innovazione non solo negli spazi condivisi, ma anche tecnologica, puntando su tutti gli strumenti più all’avanguardia, che hanno previsto l’utilizzo di 70 km di cavi elettrici e 35 km di cavi di fibra.

Ma non può certo essere considerata da meno la questione sicurezza. Si è dovuto affrontare la questione della necessità di un continuo ricambio d’aria, naturale e artificiale, per tutelare i lavoratori. “Con l’utilizzo degli open space – continua l’Architetto di RifLine – abbiamo cercato di arginare questo problema riqualificando le aperture esistenti con nuove vetrate che dessero alla superficie un ricambio maggiore e, dove possibile, ne sono state aggiunte delle altre. Abbiamo realizzato anche delle sale riunioni ampie e con ricambi d’aria, sia naturale sia forzata, dove organizzare meeting e riunioni in piena sicurezza”.

Nella realizzazione del progetto, inoltre, è stato tenuto conto dell’impatto sull’ambiente della struttura, con interventi di efficientamento energetico, studiando sistemi di riscaldamento e raffrescamento che aiutassero l’abbattimento dei consumi e 40MW di impianto fotovoltaico che rendono l’edificio autonomo dal punto di vista energetico. Sono state inoltre rivestite tutte le facciate esterne con un cappotto termico per abbattere la dispersione termica dell’edificio e inseriti nuovi serramenti esterni atti al risparmio energetico.

La ristrutturazione della sede centrale di Fiumicino è la metafora perfetta della nuova importante ripartenza di RifLine. “È vero che questo settore soffre meno di altri perché, persino nel corso di una pandemia, c’è sempre bisogno di logistica – afferma Francesco Isola, CEO di RifLinema questo non vuol dire che non ci siano state difficoltà o che i fatturati siano usciti indenni. C’è stata, comunque, una trasformazione. Sono cresciute forme di logistica prima poco sviluppate, come quella a domicilio. Nessuno può sapere cosa accadrà ma devo dire che, personalmente, sto riscontrando un lento ma deciso ritorno di lavoro e di export ed import. Piccoli passi che ci portano verso una nuova normalità che, in tutti noi, stanno infondendo un po’ di ottimismo. Ora guardiamo al futuro, puntando a crescere sempre di più, e a consolidare ulteriormente la nostra presenza i quei mercati dove abbiamo aperto nuovi uffici solo nell’ultimo periodo, garantendo ai nostri clienti una presenza sempre più capillare su tutto il territorio”.