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Crisi e imprenditori: il Lazio la Regione maggiormente colpita dall’usura
In aumento del 50% le richieste di aiuto ai centri antiusura, cresciute del 60% circa le richieste a Legge3.it da imprenditori sovraindebitati, nel 70% dei casi si tratta di ristoratori, baristi, cuochi e albergatori.
Si parla spesso delle difficoltà che stanno affrontando gli imprenditori dall’inizio della pandemia, a volte ponendo anche l’accento sull’inadeguatezza dei ristori pubblici, che non bastano a sostenere intere categorie che in molti casi da mesi vedono le proprie entrate ridotte quasi a 0.
Molto poco, però, si parla di uno dei tragici risvolti che sta prendendo questa situazione: l’aumento dell’indebitamento e, poiché si fatica a pagare le rate o ad ottenere soldi dalle banche, il ricorso agli usurai. A detenere la maglia nera per quanto riguarda il ricorso ai finanziamenti illeciti (almeno per quanto riguarda i dati denunciati) è il Lazio.
Come denunciato dall’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio, negli ultimi mesi le richieste di contatto alle associazioni e alle fondazioni antiusura sono aumentate del 50%, prevalentemente da parte di persone tra i 49 e i 70 anni, che chiedevano soldi, anche piccole somme di 3-4 mila euro, per far fronte a spese mediche o perché avevano perso le entrate principali a causa di cassa integrazione, chiusura dell’attività o riduzione del fatturato.
Una situazione che viene confermata anche dall’aumento di richieste pervenute a Legge3.it, società fondata da Gianmario Bertollo, che da anni aiuta cittadini e imprenditori ad uscire dal sovraindebitamento grazie agli strumenti introdotti dalla cosiddetta Legge Salvasuicidi, la numero 3 del 2012. Negli ultimi 6 mesi, Legge3.it ha registrato un incremento di contatti di oltre il 60%, il 70% dei quali provenienti da parte di ristoratori, baristi, cuochi e albergatori, le categorie che oggi soffrono di più per le restrizioni e i vari lockdown.
“Il neopremier Draghi in uno degli ultimi interventi ha detto una cosa importantissima, che io ripeto ormai da quasi un anno, l’Italia è stata colpita dalla crisi economica portata dal covid quando ancora non era uscita dagli effetti devastanti provocati da quella del 2008. – Ha commentato Gianmario Bertollo – Appare evidente, dunque, che tutti gli interventi introdotti oggi non possano prescindere da questa considerazione. C’è gente che ancora paga le rate dei debiti fatti per far sopravvivere la propria attività 10 anni fa, e ora si vede azzerare il fatturato (ma non le spese) dalle chiusure. Ancora una volta oggi, come già nel 2008, sono gli imprenditori a pagare il prezzo più alto, proprio quella categoria che è alla base della nostra crescita economica. Chiedo, quindi, al Premier Draghi e alla sua squadra non solo di avviare interventi in grado di sostenere concretamente chi ha ancora voglia di fare impresa, ma anche di promuovere in misura maggiore la Legge 3/2012, una norma che consente di uscire dal sovraindebitamento in maniera assolutamente legale, evitando di finire nella morsa dell’usura”.