ufficio stampa del re marullo

17

febbraio

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Intervista all’Avvocato Roberto Marullo, co-fondatore della “boutique del diritto” Del Re Marullo

Uno studio legale per dare assistenza a PMI e grandi imprese, fondata insieme al collega l’Avvocato Guido Del Re

Dalla collaborazione tra gli avvocati Guido Del Re e Roberto Marullo è nato lo Studio Legale Del Re Marullo, un progetto che sin da subito si è proposto come una “boutique del diritto” a disposizione di PMI e grandi imprese. 

Abbiamo incontrato l’Avvocato Marullo, per approfondire insieme le caratteristiche di questa nuova law firm, e comprendere quali siano le prospettive delle aziende oggi dal punto di vista legale, tra smart working e modello 231. 

Avvocato Marullo a distanza di pochi mesi dalla costituzione dello Studio vorrei sapere come sta andando e su cosa vi state concentrando.

Stiamo gestendo le società nostre cliente a 360 gradi. Difatti con una consulenza continuativa abbiamo la possibilità di assistere quotidianamente il cliente, di intervenire da subito sulle eventuali criticità e di svolgere una sorta di “buisness plan” legale.

Cosa serve alle aziende che richiedono un’assistenza continuativa?

Dipende dalle loro specificità, un’azienda di facility management ha esigenze diverse da una società calcistica e/o una agenzia di procuratori e/o un concessionario di gioco ma, sostanzialmente, si parla sempre di contrattualistica, diritto del lavoro “datoriale”, diritto societario in caso di operazioni, diritto industriale per la tutela dei cd. beni intangibili, fino all’eventuale recupero credito ed alla assistenza giudiziale. 

Ormai da anni tutte la Aziende si dotano del cd. modello 231, lo Studio si occupa anche di questo?

Si predisponiamo anche i cd. modelli 231 in partnership con uno studio che si occupa solo di diritto penale.

Come “convive” il modello 231 con la diffusione ormai totale dello smart working?

Certamente la diffusione dell’epidemia Covid-19 ha messo a dura prova la tenuta dei modelli organizzativi ex lege 231/2001, soprattutto in relazione al diffusissimo utilizzo dello smart working caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali. 

È difficile garantire, da una postazione privata ubicata in una civile abitazione, la cd. information security ossia la protezione dei sistemi informatici utilizzati dai lavoratori nelle proprie residenze.

Gli utenti-lavoratori in smart working dovrebbero rispettare i principi di sicurezza dei dati di base, ad esempio scegliere password complesse anche nel PC di casa, diffidare degli allegati nelle e-mail quando accedono dalla postazione privata e eseguire il backup dei dati. 

Cosa consiglia di fare alle Aziende?

Le aziende dovrebbero ridefinire i processi che gli organismi di controllo societario sono tenuti a compiere a causa dell’emergenza Covid-19. L’Organismo di Vigilanza dovrebbe interfacciarsi con l’organismo di gestione della società per valutare la tenuta del modello 231 ed eventualmente sollecitarne il tempestivo adeguamento. e compiere le attività di monitoraggio e controllo adottando modalità di lavoro agile in smart working.