29
settembre
0
Legge 3/2012, questa sconosciuta. 2 imprenditori su 3 non sanno cosa sia
Uno strumento che consente di uscire dal sovraindebitamento, ma in molti non lo sanno. Il 24% degli imprenditori ha avuto problemi di debiti, ignorando gli strumenti che lo avrebbero salvato. I dati dell’indagine di Legge3.it
2,7 milioni di famiglie italiane sono schiacciate dai debiti, il 45% delle piccole e medie imprese italiane sono a rischio fallimento. Questo il quadro che emerge dalle ultime rilevazioni ISTAT. Un popolo che sembra continuare a contrarre debiti per sopravvivere o reagire alla crisi, ma che spesso si ritrova schiacciato da tassi di interesse che diventano insostenibili.
In Italia dal 2012 una legge, la numero 3, ha introdotto degli strumenti normativi che consentono di uscire da situazioni di sovraindebitamento, eppure, a 9 anni di distanza dalla sua emanazione, ancora sembra essere sconosciuta alla maggior parte delle persone. A dimostrarlo è anche uno studio condotto su 430 imprenditori in tutta Italia da Legge3.it, organizzazione fondata da Gianmario Bertollo che aiuta privati e imprenditori a liberarsi dai debiti e ripartire puliti.
Circa 2 imprenditori su 3 (62%) non sanno dell’esistenza della legge e delle opportunità che questa ha introdotto. Di questi, circa il 21% si è trovato o si trova a dover far fronte a situazioni di indebitamento e il 3% di sovraindeditamento, ma nessuno di loro aveva mai sentito parlare della Legge 3/2012 prima di questo sondaggio, neanche dal proprio commercialista o avvocato.
Il 74% degli imprenditori intervistati ha accusato un peggioramento economico a causa della crisi portata dal covid, il 25% è stato costretto a chiedere dei prestiti per far fronte alle spese, soldi che ancora non è riuscito a restituire completamente (88%).
“Credo sia davvero inconcepibile che nel nostro paese esista uno strumento che potrebbe aiutare milioni di persone, e non venga promosso in misura adeguata. – Commenta Gianmario Bertollo – Addirittura, in molti casi non ne sono a conoscenza neanche i commercialisti, oppure, alcuni credono sia qualcosa riservato esclusivamente alle aziende. Non è assolutamente così! Si tratta di strumenti accessibili anche ai privati, che possono portare allo stralcio di una parte, anche importante, del monte di debiti, purché si rispettino determinati parametri, pagando poi la parte restante con un piano di rateizzazione che sia realmente sostenibile e consenta all’indebitato di vivere una vita dignitosa e onorare l’impegno preso con i creditori. Credo che in Italia ci sia bisogno di una maggior educazione finanziaria, magari introducendola anche nelle scuole. Questo non solo permetterebbe di diffondere una maggior conoscenza degli strumenti normativi previsti dal nostro sistema di leggi, ma anche di imparare a gestire meglio il denaro, riuscendo a capire quali siano gli investimenti da fare o da evitare, i prestiti che possono aiutare la ripresa e quelli che, al contrario, non faranno altro che peggiorare la situazione”.