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Multigioco vince contro Poste Italiane: non si può intervenire sui conti dei giocatori online.

La società di betting, assistita dall’Avvocato Fabio Maggesi, titolare dello studio legale MepLaw, ha dimostrato l’illegittimità dei prelievi di denaro fatti da Poste Italiane sui conti di utenti iscritti alla piattaforma

La società di scommesse online Multigioco Srl ha vinto la sua scommessa contro Poste Italiane, accusata di aver prelevato illegittimamente migliaia di euro dai conti regolarmente creati da alcuni utenti sulla piattaforma. Assistita dall’Avvocato Fabio Maggesi, titolare dello studio legale MepLaw, esperto in gambling, Multigioco ha dimostrato la non regolarità dell’operazione, ottenendo un pieno risarcimento.

Le vicende iniziano nel giugno 2017, quando due utenti si iscrivono regolarmente sulla piattaforma Multigioco, creando un proprio profilo e un proprio conto gioco personale, sul quale versano 3.800 € il primo, 5.000 € il secondo. I due versamenti vengono effettuati a distanza di appena un giorno uno dall’altro.

Pochi giorni dopo, il direttore generale della Multigioco, Sig. Alessandro Marcelli,  constata che Poste Italiane ha stornato entrambi i bonifici, che non risultano più sui conti dei due utenti. L’azienda chiede informazioni a Poste Italiane, in qualità di titolare del conto corrente, la quale dichiara che lo storno è stato effettuato perché un utente ha disconosciuto l’operazione. Il “postagiro” di € 3.800 era stato eseguito su richiesta dei carabinieri di Pesaro, in esecuzione di un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria adottato a seguito di una denuncia presentata da uno dei due utenti, che affermava di essere vittima di phishing.

Vista la gravità della situazione, Multigioco, per il tramite dell’Avvocato Fabio Maggesi, ha deciso di sporgere denuncia-querela presso la Procura della Repubblica di Roma. Dunque, nel febbraio 2018, Poste Italiane effettua il giroconto di € 3.800 dal conto corrente postale dell’azienda di gaming sul conto intestato all’utente che aveva sporto denuncia, senza, però, restituire la somma di 5.000 € ingiustamente prelevata dal conto gioco del secondo utente.

Multigioco, quindi, sempre assistita dall’Avvocato Maggesi, con ricorso ex art. 702 bis c.p.c., depositato il 28 settembre 2018 presso il Tribunale civile di Roma, ha presentato una richiesta di risarcimento di € 8.800,00 oltre interessi ex D.lgs 231/2002, sostenendo l’illegittimità della condotta di Poste Italiane, che aveva agito senza alcun diritto e mal interpretando i provvedimenti disposti dalle autorità giudiziarie nell’esecuzione di un dovere.

Con un’ordinanza del 13 giugno 2019, il Giudice si è espresso a favore della società di betting. Notificata l’ordinanza, Poste Italiane ha immediatamente provveduto al saldo delle somme dovute.

Lo storno dell’importo di 5.000 € non è mai stato corredato da alcuna denuncia di attività delittuose, quindi si è trattato di un’attività irregolare ed illegittima sin dal principio. – Ha commentato l’Avvocato Maggesi È assurdo pensare che un ente esterno come Poste Italiane possa avere un simile margine di azione sui conti gestiti da un’altra azienda. Quel denaro era stato liberamente versato da un utente, che ha piena facoltà di decidere come disporne. Simili episodi rischiano di minare la reputazione delle società di betting in generale, e il rapporto di fiducia che queste instaurano con i propri utenti”.

Questa vicenda segna un importante precedente su un doppio versante. – Prosegue l’Avvocato Maggesi – In primo luogo, dimostra come una concessionaria di gioco non debba essere considerata tout cour responsabile di un illecito perpetrato a danno di un utente esclusivamente perché esercita un’attività mal vista dagli istituti di credito e da parte della società contemporanea. In secondo luogo, risulta di fondamentale importanza, a prescindere dall’argomento trattato, l’affermazione del principio secondo il quale, nella gestione del credito, non ci si può arrogare il diritto di prendere iniziative contrarie alla legge, anche se presuntivamente esperite in adempimento del dovere di ottemperare ad un ordine delle Autorità”.