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Tassa sul denaro contante: sono gli anziani i primi a farne le spese, rischiando di indebitarsi

Gianmario Bertollo (Legge3.it): “Impensabile pretendere di stravolgere il modo di gestire i soldi di persone di 70-80 anni. Rischiamo di far pagare i conti della manovra ai cittadini più anziani. Il 34% di chi ci contatta per uscire dai debiti è over 65”

Al vaglio del Governo in questi giorni ci sono alcuni importanti provvedimenti finanziari. Tra questi, stanno facendo molto discutere quelli che puntano a penalizzare i pagamenti in contanti, introducendo un’aliquota IVA maggiore per chi sceglie questa modalità di pagamento, e i prelievi da bancomat, con l’applicazione di commissioni. L’obiettivo è quello di incentivare il ricorso al pagamento elettronico e garantire una maggior tracciabilità del denaro.

Un provvedimento che, però, andrebbe a gravare in modo particolare su una determinata fascia di popolazione, gli anziani, i quali hanno minor dimestichezza con i pagamenti elettronici, che dovranno fare i conti con aumenti del costo del carrello al supermercato, delle bollette, se pagate in contanti tramite bollettino, e di qualsiasi altra voce di spesa. Decine o centinaia di euro in più ogni anno, che saranno costretti ad affrontare solo perché hanno poca dimestichezza con la moneta elettronica.

Persone di 70-80 anni che hanno passato la vita ad amministrare i propri risparmi gestendo denaro contante, alle quali ora chiediamo di stravolgere tutto ed iniziare a usare bancomat e app su smartphone, senza che nessuno si sia prima preoccupato di insegnare loro come si fa. – Ha commentato Gianmario Bertollo, fondatore di Legge3.it, portale che si occupa di assistenza a cittadini e impresa sovraindebitati – Il rischio è quello di far pagare i conti di questa manovra ai cittadini più anziani, o, più in generale, meno pratici di tecnologie”.

In un paese in cui appena il 21% dei cittadini tra i 16 e i 65 anni possiede un livello soddisfacente di alfabetizzazione digitale (dati OCSE), percentuale che è plausibile suppore scenda anche sotto il 10% tra gli over 65, digitalizzare improvvisamente tutte le transazioni economiche, è molto complesso, se non impossibile.

Il rischio è quello di dare il via ad un uso smodato della carta di credito, che spesso consente di rateizzare i pagamenti, aggiungendo, talvolta, un tasso di interesse, ritrovandosi a fine mese con un importo da dover saldare ben al di sopra delle proprie necessità.

La carta di credito è uno strumento a doppio taglio – prosegue Bertollo – poiché non consente di avere una reale percezione di quanto si stia spendendo. Ad oggi, circa il 34% di chi si rivolge a noi per uscire da una situazione di sovraindebitamento, ha più di 65 anni e, per molti di loro, l’utilizzo sbagliato di questo metodo di pagamento è stato ciò che ha dato il via al tutto. Va, inoltre, detto che, colpendo gli anziani, si va a colpire uno dei pilastri della nostra società, colonna portante per molte famiglie”.

In un mondo del lavoro che sembra essere pervaso da un precariato diffuso sono proprio i nonni a sostenere l’intera famiglia con la loro pensione. Si offrono come garanti dei loro figli in caso di mutui e prestiti, sostengono i nipoti nelle spese scolastiche, per le attività sportive o per il loro tempo libero. Il tutto utilizzando principalmente denaro contante.

Se il prezzo di ogni singola operazione dovesse aumentare sensibilmente e se venisse imposto l’utilizzo di moneta elettronica, tale equilibrio verrebbe stravolto completamente. Il costo della vita famigliare potrebbe diventare insostenibile, e i nonni, che fino ad ora avevano aiutato figli e nipoti a far quadrare i conti, potrebbero non riuscire a sostenere le spese, fino ad arrivare a indebitarsi per centinaia o migliaia di euro.

In un paese in cui anche i più giovani talvolta faticano a stare al passo con le nuove tecnologie, come possiamo chiedere ad una persona anziana di controllare le proprie spese o trasferire denaro rigorosamente tramite app? La maggior parte di loro, con ogni probabilità, continuerà ad amministrare i propri risparmi come ha sempre fatto per decenni, con la differenza che si troverà a spendere molto di più.” conclude Bertollo.