Agenzia ufficio stampa giovanni franchi

3

novembre

0

By: | Comments: 0

La Corte d’Appello di Bologna in favore di due famiglie tradite da obbligazioni tossiche, condannando la Deutsche Bank. Vittoria per Konsumer

I consumatori erano stati danneggiati dal crollo delle obbligazioni della Parmalat Finance Corporation, venduti in modo fraudolento.

Avv. Franchi (Konsumer): “Una sentenza importante, che ha chiarito i doveri d’informazione circa la pericolosità dei titoli

La Corte d’Appello di Bologna delibera in favore di due famiglie bolognesi che temevano di aver perso tutti i loro risparmi in seguito all’acquisto, tramite la Deutsche Bank s.p.a., di obbligazioni emesse dalla Parmalat Finance Corporation, titoli speculativi non adeguati a investitori non esperti. Un’altra vittoria per l’avvocato Giovanni Franchi, Presidente della sezione Emilia-Romagna dell’associazione consumeristica Konsumer, in materia di cosiddetto risparmio tradito, che è riuscito a ottenere la condanna dell’istituto di credito tedesco e il risarcimento dei danni subiti dai suoi assistiti.

Un tempo icona della rettitudine teutonica, il colosso bancario Deutsche Bank è stato al centro di una lunga serie di scandali, legati soprattutto alle maximulte per via della vendita fraudolenta di titoli tossici che hanno gettato nello sconforto molti piccoli risparmiatori. Tra questi, due famiglie che, per avere giustizia, si sono affidati all’Avv. Giovanni Franchi. I due nuclei bolognesi avevano acquistato obbligazioni della Parmalat Finance Corporation Bv. Quei titoli sono poi stati trasformati in azioni e warrant della nuova Parmalat, con un vero e proprio crollo del loro valore. I consumatori hanno così deciso di agire in giudizio. Alla fine dell’iter giudiziario, la Corte d’appello di Bologna, ha condannato Deutsche Bank s.p.a. al risarcimento dei danni subiti dalle due famiglie per l’acquisto, nel luglio 2003, delle obbligazioni emesse dalla Parmalat Finance Corporation, liquidati a favore dell’una in € 35.351,42 e dell’altra in € 28.178,43, oltre interessi, rivalutazione monetaria e spese di tutti i gradi del giudizio.

Nel 2004 i consumatori, acquirenti di bond emessi da una controllata della Parmalat in prossimità del default, si sono rivolti all’Avvocato Franchi, esperto in materia, che, con atto di citazione in data 6/10/04 ritualmente notificato, ha chiesto, davanti al Tribunale di Bologna, di sentir dichiarare, da parte della Deutsche Bank S.p.A., la nullità o l’annullamento degli acquisti o, ancora, di sentirla dichiarare tenuta al risarcimento di tutti i danni arrecati agli acquirenti. Il Tribunale, con sentenza n.33/08 in data 19/6/07 e 8/01/08, in accoglimento della domanda proposta dagli attori, ha di seguito annullato i contratti di acquisto dei titoli Parmalat e condannato l’istituto di credito alla restituzione delle somme investite, oltre alla rifusione delle spese di lite, compensandole per 1/3. La Deutsche Bank, con atto notificato il 13/10/08. E, con sentenza n. 1635/2013 la Corte, in accoglimento del gravame, aveva respinto le domande e condannato i risparmiatori alla restituzione di quanto percepito. Questi ultimi, sempre su consiglio dell’avv. Franchi, avevano allora proposto ricorso alla Corte di Cassazione ex art. 360 c.p.c., la quale, con ordinanza n. 11544/2018 depositata in cancelleria in data 11 maggio 2018, lo aveva accolto. Per la Suprema Corte, non c’era contestazione sul fatto che la banca non avesse informato sulla natura dell’investimento e, soprattutto, circa la natura estera della società che aveva emesso l titoli, con conseguente violazione degli obblighi informativi di cui all’art. 29 Reg. Consob n. 11522/98. Una lacuna – sempre per la S.C. – che, come scritto nella sentenza annullata, non può essere colmata e superata argomentando che i ricorrenti avevano in precedenza investito in altri titoli definiti “rischiosi”. Eseguita la riassunzione della causa, la Corte d’appello di Bologna ha infine definitivamente condannato l’istituto di credito al risarcimento dei danni, pari al capitale investito maggiorato di interessi e rivalutazione monetaria.

«La sentenza, soprattutto quella della Cassazione – commenta l’avv. Giovanni Franchi, che si occupa di “risparmio tradito” dai tempi del disastro Parmalatè di notevole importanza, perché ha chiarito che i doveri d’informazione circa la pericolosità del titolo non vengono meno nel caso in cui il risparmiatore abbia effettuato altri investimenti rischiosi».